Il gioco è nato per sensibilizzare e spiegare anche ai più piccoli i problemi legati alla diffusione della criminalità organizzata in tutta Italia.
L’obiettivo è quello di abbattere il muro di tutti gli atteggiamenti, comportamenti, situazioni (quali: l’ignoranza, l’omertà, la violenza e la presenza di un antistato che cerca di sovrapporsi al ruolo dello Stato o sostituirsi ad esso quando assente) che comportano la creazione di un sistema mafioso, tramite la conoscenza dei fatti, lo studio e la cultura.
Il gioco, si chiama “Rinascita Scott” perché prende il nome dall’omonima inchiesta, che riprende a sua volta il cognome di un agente della DEA che ha trascorso otto anni della sua vita a combattere in Italia le organizzazioni narco-‘ndranghetiste, tragicamente morto in un incidente stradale al rientro dagli USA.
L’inchiesta è stata guidata dal magistrato Nicola Gratteri, ed è stata la più grande operazione dopo quella di Palermo. Nell’inchiesta hanno partecipato circa 3000 militari con tutte le specialità e, in totale, le persone coinvolte nel maxi blitz sono 416.
Il blitz si è svolto il 19/12/2019 dopo essere stato anticipato di 24 ore, poiché molti indagati già sapevano degli arresti. Tra gli arrestati ci sono molte figure politiche e cariche dello stato, questo ha fatto dedurre agli inquirenti che la ‘Ndrangheta oramai è parzialmente infiltrata nelle istituzioni.
Il magistrato che ha guidato l’inchiesta, come già scritto prima, è Nicola Gratteri. Attualmente Procuratore del Tribunale di Catanzaro, Gratteri è stato sempre in prima linea nella lotta contro la mafia, per questo dall’aprile 1989 gli è stata affidata una scorta che, dopo il maxi bliz, è stata rafforzata con un aumento degli uomini, un cambio di veicoli e l’annullamento di tutti gli eventi pubblici. Dall’agosto 2014 l’allora premier Matteo Renzi lo ha nominato presidente della commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alle mafie.
Nel gioco Rinascita Scott sono presenti 7 scenari, disegnati da Roberta Giordano:
- Cantiere: nell’inchiesta di Nicola Gratteri è stato coinvolto Antonio Prestia, titolare di una nota ditta di costruzioni;
- Ristorante: nell’inchiesta è stato coinvolto Gianfranco Ferrante del settore ristorazione;
- Negozio di vestiti: nell’inchiesta è stato coinvolto Mario Artusa del settore abbigliamento;
- Castello Murat: nell’inchiesta sono stati coinvolti Francesco e Carmelita Isolabella di Pizzo Calabro;
- Polizia Municipale: nell’inchiesta è stato coinvolto Enrico Caria, comandante della polizia municipale Pizzo;
- Municipio: nell’inchiesta sono stati coinvolti Gianluca Callipo, sindaco di Vibo Pizzo e presidente dell’Anci. Inoltre è stato coinvolto Vincenzo De Filippis, ex assessore comunale all’ambiente di Vibo; ex consigliere regionale Pietro Giamborino e infine Filippo Nesci dirigente del settore urbanistica del comune di Vibo Valentia;
- Tribunale: nell’inchiesta è stato coinvolto un impiegato del tribunale di Vibo Valentia.